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FakeTaxi, la storia del tassista più invidiato del pianeta

Immagina. Immagina di essere donna e avere assolutamente bisogno di un taxi. Immagina che a darti un passaggio non sia ‘il tassinaro’, l’uomo di strada piegato dal traffico e ingrassato da anni di chilometri e di rabbia automobilistica, ma un tassista sexy e maledetto come De Niro in Taxi Driver, meno psicopatico ma più pervert.

Immagina di essere arrapata come non mai, con lo sguardo che ti cade proprio lì, sotto la cintura di sicurezza dove si intravede un airbag contro il quale ti schianteresti volentieri. Immagina l’autista dai bicipiti di ferro che ti guarda dal retrovisore, e immagina tutto quello che una donna può e deve fare per sedurre un uomo nel minor tempo possibile.

Oppure immagina di essere tu stesso il fortunatissimo proprietario del taxi che incontra solo clienti particolarmente lascive. Immagina una brunette squattrinata di vent’anni che non sa come tornare a casa nel cuore della notte; immagina la MILF in carriera con i collant smagliati, il paio di ricambio in borsa e l’agenda fitta fitta di appuntamenti; immagina la tipa infoiata di cui sopra ed avrai almeno quattro personaggi per la sceneggiatura di FakeTaxi, la web serie di Pornhub sulla deriva porno di un’ordinaria giornata di lavoro.

“All’Americana piace sporco”; “Signora in autoreggenti si becca un creampie”; “Il 4 luglio giochiamo al Cowboy e l’Indiana”; “La Bella di Praga squirta”; “La biondina vuole essere sculacciata”: sono solo alcuni dei fantasiosi titoli che gli autori di Pornhub hanno concepito per introdurre vignette pseudo-satiriche sulle gioie e i dolori delle professioni più fanta-feticizzate: l’autista, il medico, il poliziotto, l’agente segreto.

FakeTaxi infatti non è l’unica deriva creativa sui generis: su Pornhub trovate anche la serie integrale sugli sbirri sessualmente corrotti, le lesbo-dottoresse e l’investigatore privato che sa bene come comprare il silenzio di un ricercato speciale.

Gli script sono piuttosto banali: 10 minuti di film con al minuto 2 l’incidente scatenante, ovvero il posto di lavoro che trascende in un set pornografico spinto. Lo stile cinematografico è una specie di crasi tra la real tv e la candid camera. I tassisti ad esempio hanno il volto oscurato in post-produzione, mentre le ragazze sono tutte modelle informate e consenzienti, regolarmente retribuite dalla generosa utenza premium di Pornhub.

Tra i vari sottogeneri della Fake Series, quella dei taxi è la più trasgressiva, perché nello spazio di ripresa di una cabina d’automobile, le inquadrature si fanno particolarmente strette e pruriginose: come avere una GoPro sul retrovisore interno o un paio di occhiali per la realtà aumentata poggiati sul cruscotto. Inoltre FakeTaxi racconta, forse involontariamente, il fenomeno sociale del CarSex, il sesso in auto. Come le storie di chi riceve sesso orale a 200 km/h in autostrada, o di chi si ferma in qualche parcheggio buio di periferia per sfogare un’incontenibile accesso di libido.

Così il porno sconfina nella vita vera, come nello stile bipolare ed eclettico di Pornhub, che passa con estrema facilità dal gonzo amatoriale al professionale patinato.

La cosa più divertente è che il FakeTaxi si muove nel mondo reale, e in rete si trovano anche testimonianze di chi avrebbe preferito conservare un’immagine più rassicurante e tradizionalista del servizio.

Immagina di aspettare un taxi, e trovare il FakeTaxi di Pornhub. Questa si che è liberalizzazione.

Fake Taxi Pornhub. Leggi su GQ
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